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domenica 10 agosto 2014

Bilancio della Camera: basta parole, ora le prove

La  Camera fa due affermazioni gravi: l'anno passato e nel corso di quest anno avrebbe risparmiato 138,3 milioni  e restituito allo Stato 38,3 milioni di euro. Sono affermazioni fuorvianti, e fattualmente inesatte. O la Camera esibisce i documenti che le comprovano, o la Presidente Boldrini se ne dissocia ufficialmente.


Dopo la replica dei Questori e la mia conseguente risposta, la Camera ha pubblicato un ulteriore post  sul proprio bilancio. In esso, la  Camera fa due affermazioni:
(i) le sue azioni avrebbero  determinato “un minor aggravio per l’Erario pari, in termini di cassa, a 138,3 milioni di euro” nel 2013 e 2014;
(ii) essa avrebbe “effettuato”  una restituzione allo Stato di “38,3 milioni di euro [..] sempre negli stessi anni.“  

DUE AFFERMAZIONI GRAVI
Queste affermazioni sono gravi
L’ affermazione (i) non è fattualmente corretta. Ma anche se lo fosse, la Camera non può non sapere che l’interpretazione più naturale di questa affermazione  è totalmente difforme dalla realtà dei fatti, e ingenera nell'opinione pubblica un’idea errata della supposta azione di riduzione dei costi della Camera.
L’interpretazione ovvia della (ii) è che la Camera ha restituito allo Stato – cioè, ha versato sul conto corrente dello Stato – 38,3 milioni che lo Stato le aveva trasferito, e che la Camera non ha speso nel 2013 e 2014. Anche questa  affermazione non sembra avere riscontro nei fatti.
Prima di dimostrarlo, credo che a questo punto vi siano solo due possibilità:

1) La Camera, possibilmente nella persona della Presidente Boldrini, si dissocia da queste due affermazioni e puntualmente le rettifica;
2) oppure, la Camera esibisce gli atti e i provvedimenti amministrativi che dimostrano inoppugnabilmente una riduzione della spesa netta totale (per indennità e pensioni dei deputati, per stipendi e pensioni dei dipendenti, per acquisti di beni e servizi, o in conto capitale) pari a 138,3 milioni; inoltre, la Camera esibisce le ricevute dei versamenti effettuati sul Conto della Tesoreria dello Stato, a titolo di restituzione di somme allo Stato, per un totale di 38,3 milioni.

In attesa di una dissociazione esplicita da parte di qualche componente della Camera, e dato che le due repliche della Camera al mio articolo sono state postate sulla homepage ufficiale della Camera, userò dunque il termine “Camera” invece che “Questori” per riferirmi agli autori della nota pubblicata sulla homepage della Camera.
Come si arriva ai 138,3 milioni di “risparmio per l’Erario” secondo la Camera? Nel 2013 e nel 2014 la Camera ha chiesto una dotazione (cioè, un trasferimento dallo Stato) inferiore di 50 milioni rispetto al 2012. Inoltre, la Camera avrebbe restituito allo Stato 10 milioni nel 2013 e prevede di restituire 28,3 milioni nel 2014.
Di seguito, considero le due affermazioni singolarmente
PER LA TERZA VOLTA: QUELLO CHE CONTA È LA SPESA
(i) La Camera ha richiesto una dotazione per il 2013 e 2014 di 50 milioni di euro inferiore a quella chiesta nel 2012.
Perché quanto la Camera scrive è fuorviante?  Eccetto per alcune piccole entrate proprie, che per questo esempio possiamo ignorare, tutte le spese della Camera vengono pagate dal contribuente, definito qui esattamente come tutti coloro che non sono deputati, dipendenti, ex deputati o ex dipendenti  (si noti dunque che il termine “contribuente”  ha una definizione esatta, e l’unica rilevante; non altrettanto si può dire del termine “Erario” usato dala Camera). Ciò che interessa al contribuente è quindi la spesa della Camera, non la dotazione. Ho già tentato di spiegarlo due volte in precedenti post, ecco qui una spiegazione spero più comprensibile.
STORIA DI UNA FAMIGLIA
Prendiamo una famiglia, in cui la figlia – chiamiamola Laura – non ha entrate proprie, e spende (cioè consuma) 100 euro ogni anno, senza farsi mancare nulla. Il padre – chiamiamolo Italo – lavora come un matto per poterle passare 100 euro ogni anno, e soffre in silenzio.  La sera di San Silvestro, davanti a tutti i parenti e gli amici, Laura, con le lacrime agli occhi, annuncia: “l’anno che sta per finire è stato importante per la mia famiglia, perché ho capito che finora sono stata un po’ spendacciona, e non ho avuto riguardi per mio padre: quindi, annuncio a tutti voi che quest’anno ho speso solo 70 euro.” Il padre, anche lui con le lacrime agli occhi, l’abbraccia commosso: Laura finalmente ha cambiato strada. Mentre fuori i fuochi  d’artificio annunciano il nuovo anno, tutti brindano a questo bel quadretto famigliare, e lodano la ritrovata saggezza di Laura.
In realtà, Laura è stata un po’ birichina. Tutti i presenti, a partire dal padre, hanno interpretato la sua affermazione nel senso che quest’anno Laura ha speso per scarpe, taxi,  ristorante etc.  solo  70 euro invece che 100 euro.  Ma non è così. Semplicemente, Laura si è messa d’accordo con il negozio per posticipare il pagamento di 10 euro per delle scarpe, e ha attinto 20 euro da un piccolo conto in banca che  aveva lasciato la nonna. Ovviamente nessuna di queste due “soluzioni” può durare a lungo. Prima o poi, Laura dovrà ricominciare  a chiedere a suo padre i soldi, e saranno 110 euro, perché dovrà pagare il conto non pagato.
Inoltre, non è chiaro se la nonna ha lasciato il conto in banca a Italo o a Laura. Nel primo caso, il povero Italo  si ritrova anche con 20 euro in meno sul conto, e dal suo punto di vista  non è cambiato niente: quest’anno deve passare 30 euro in meno a Laura, ma dovrà pagare 10 euro in più per le scarpe l’anno prossimo, e ha 20 euro in meno sul conto in banca. Se invece il conto appartiene a Laura, Italo ha effettivamente risparmiato 20 euro quest’anno. Ma poiché  il conto si è esaurito con quest prelievo, dall’anno prossimo tutto tornerà come prima.
La conclusione è chiarissima: l’unico modo in cui Laura può veramente venire incontro a Italo in modo permanente è se si decide a spendere meno in scarpe, taxi e ristoranti.
Questo, in parole molto semplici, è ciò che a mio avviso è avvenuto. La Camera ha annunciato che ha ridotto la richiesta di trasferimento dallo Stato di 50 milioni di euro. Come Italo e i partecipanti alla festa, il contribuente che non ha il tempo, la voglia o la competenza per leggersi il bilancio della Camera ha diritto di interpretare questa affermazione nel modo più naturale: che la spesa della Camera (per indennità e pensioni ai parlamentari, per stipendi e pensioni dei dipendenti, per acquisti di beni e servizi, o in conto capitale) è diminuita di 50 milioni all’anno. Ma non è stato così, come ho mostrato nel mio articolo precedente.
UNA SOLUZIONE SEMPLICISSIMA
A me tutto questo sembra assai semplice, e ho tentato di spiegarlo nel mio ebook e nella prima risposta alla Camera. Non mi illudo che quanto scrivo ora serva a convincere chi non vuole capire, ma c’è un modo molto semplice per dirimere la questione: la Camera esibisca tutti gli atti e i provvedimenti  che documentano una riduzione effettiva del totale degli impegni di spesa (quindi pagamenti più residui, in conto competenza e inconto residui),  per indennità e pensioni ai parlamentari, per stipendi e pensioni dei dipendenti, per acquisti di beni e servizi, o in conto capitale, di almeno 138,3 milioni di euro negli anni 2013 e 2014 rispetto al 2012. La Camera esibisca anche gli stessi documenti che dimostrino la riduzione effettiva a consuntivo tra il 2012 e il 2013.
Se non possono farlo, qualcuno dovrà risponderne a Italo.
NON SEMPRE LE PREVISIONI SI AVVERANO
(ii) La Camera  ha “effettuato”  una restituzione allo Stato di “38,3 milioni di euro [..] sempre negli stessi anni.“
Ricostruire questo numero è complicato, e lo faccio sotto, ma anticipo qui la conclusione. La Camera da anni prevede di restituire al bilancio dello Stato molti soldi, ma ogni anno rimanda la restituzione effettiva, mettendo a residuo tutto o una parte. Ad oggi, dei 38,3 milioni di euro, la Camera ne ha effettivamente restituiti 10 milioni. Ancora una volta usare le previsioni è fuorviante, perché  l’ esperienza insegna che, soprattutto su questa voice cruciale, c’è la tendenza a rimandare i pagamenti e mettere a residuo.
Da dove viene dunque questo numero, 38,3 milioni?  Nel bilancio di previsione per il 2014, la Camera scrive (p. 6): “sempre nel 2014, la Camera dei deputati restituisce al bilancio dello Stato la somma di 28,3 milioni di euro”; inoltre, essa afferma che nel 2013 ha effettuato  “….la restituzione al bilancio dello Stato di 10 milioni di euro”.
Ma da dove vengono a loro volta questi due numeri, 28,3 milioni e 10 milioni?
Ecco come stanno le cose, da quanto ho potuto ricostruire nei bilanci della Camera.
UNA STORIA MOLTO COMPLICATA, E UN BILANCIO MOLTO OSCURO
Nel consuntivo 2012, la Camera si era impegnata a restituire 21,3 milioni allo Stato. Questo impegno non si è tradotto in pagamenti effettivi, ed è stato portato a residuo per il 2013 (vd. bilancio consuntivo per il 2012, p. 9).
Inoltre nel 2013 la Camera, nel cap. 220,  ha  contabilizzato a consuntivo un impegno di pagamento come  “Restituzione al bilancio dello Stato” di  20 milioni; tuttavia, questa somma non è stata effettivamente pagata, quindi la Camera ha nuovamente riportato un residuo passivo di 20 milioni per il 2014.  Nel bilancio diprevisione per il 2014 la Camera prevede infatti di pagare esattamente questi 20 milioni a titolo di restituzione al bilancio dello Stato (cap. 220).
Mancano 18,3 milioni per arrivare  a 38,3.
8,4 milioni sono previsti per il 2014, in aggiunta a quelli contabilizzxati nel capitolo 220. Alla voce  “Pensioni” del personale in quiescenza (cap. 40), nel 2012 c’ era un residuo passivo di 7.800.000 euro da restituire al bilancio dello Stato. Nel 2013, c’è un impegno di 8.822.558 euro in conto residui ma nessun pagamento in conto residui, quindi bisogna dedurre che questa somma è stata  impegnata per lo stesso scopo anche nel 2013 ma non è mai stata effettivamente restituita. Nel bilancio di previsione del 2014, nello stesso capitolo 40, alla voce “Restituzione al bilancio dello Stato” c’è un ammontare di 8.140.000 euro (anche se in conto competenza). Allo stesso modo, nel capitolo 10 (Pensioni ai deputati) è prevista una restituzione al bilancio dlelo Stato di  275.000 euro nel 2014.
Quindi la Camera prevede di restituire allo Stato anche questi 8,4 milioni di euro messi a residuo nel 2013.
Mancano ancora 10 milioni. Sfortunatamente il bilancio consuntivo della Camera del 2013, al contrario di quello del 2012,  non disaggrega, all’interno dei singoli capitoli, la parte da pagare come restituzione al bilancio dello Stato. Ma è possibile ricostruirlo per induzione. I 10 milioni di euro  sono probabilmente una parte del residuo del 2012 pagato nel 2013 (20 milioni originariamente impegnati nel 2012 meno i circa 8 milioni per il  personale in quiescenza messi a residuo anche nel 2013). Come detto, non c’è modo di verificare. Ma quasi certamente la Camera ha preso la cifra che aveva previsto nel 2012 di restituire nel 2013: “… restituzione al bilancio dello Stato delle risorse derivanti dai provvedimenti di risparmio deliberati nel corso dei precedenti esercizi, nella misura di 10 milioni di euro, accantonate nel conto residui 2012.” (Bilancio di previsione per il 2013, p. 6)
Insomma, come anticipato, da anni la Camera prevede di restituire molti soldi allo Stato. Finora ne ha restituiti solo 10 milioni. E, incidentalmente, su questo punto il bilancio della Camera è molto  oscuro.
MISCELLANEA
P.S. La seconda replica della Camera non meriterebbe una risposta puntuale, perché essa ripete le stesse imbarrazzanti affermazioni della prima replica. Ma, giusto per non dare l’impressione che stavolta la Camera ci abbia azzeccato, se  non altro per caso, ecco le mie risposte ai punti principali.
1. [Il raffronto tra previsioni anziché tra i dati a consuntivo offre ] “ la rappresentazione più oggettiva e veritiera della  spesa dell’Istituzione nell’anno di competenza. ….Non si tratta di una “tendenza preoccupante”, ma di una metodologia scientificamente fondata, riscontrabile e, soprattutto, coerente.”
Non so bene a che letteratura scientifica si riferisca la Camera, ma a me non sembra difficile capire che se io prevedo di guadagnare in borsa il 30 percento del  mio capitale  l’anno prossimo, e invece la borsa scende del 40 per cento, quello che è importante per me e la mia famiglia è il secondo numero, non il primo. Questo è il mio quinto e ultimo tentativo di spiegare questo semplice fatto alla Camera, forse qualcuno più persuasivo avrà più successo in futuro.
2. “..solo poche righe dopo, [Perotti] ci ricorda che lo scorso anno aveva confrontato le previsioni per il 2013 con il consuntivo del 2012.”
Come già affermato nella mia prima risposta, quel confronto abveva lo scopo precisamente di dimostrare che, se si usavano le previsioni, la spesa sarebbe aumentata. Anche qui, non tornerò più su questo punto, mi sembra chiaro che la Camera non ha l’interesse o la capacità di comprendere questo punto.
3. “Nell’articolo del 31 luglio Perotti fissa un’equivalenza tra due metodologie per  calcolare il costo della Camera per il contribuente, l’una che parte dalla dotazione a  carico del bilancio dello Stato, l’altra dalla spesa della Camera. Anche in questo caso, la  Camera ribadisce la validità della prima opzione metodologica, fondata sulle leggi di  bilancio dello Stato e sugli atti parlamentari.”
Ottimo. Anche perché non c’è alcun bisogno di scegliere tra le due opzioni, esse danno lo stesso, identico risultato fino al centesimo, per il principio della partita doppia. Ma non importa.
4. “ [Perotti] sostiene che ‘le somme impegnate totali, in conto competenza e conto  residui, sono esattamente come da me riportate (in milioni)’. [...] Cambiando nuovamente chiave di lettura, Perotti sostiene che al dato degli impegni di competenza andrebbe aggiunto quello dei residui impegnati.”
Ovviamente, dato che Impegni = pagamenti + residui, non mi sarei mai sognato di chiedere di aggiungere i residui agli impegni, perché qeusto equivarrebeb ad aggiungere i residui due volte ai pagamenti. La Camera è ancora una volta andata in confusione perché impegni e residui possono essere in conto competenza e in conto residui (quindi, per esempio, un residuo passivo può derivare da un residuo  non pagato di un vecchio residuo impegnato, o da un nuovo residuo su un impegno non pagato).

Ciò che rileva per il contribuente è il totale degli impegni, in conto competenza e inconto residui. Questo è ben doivreso da sommare residui  a impegni, che nonavrebbe senso.
Rilevo per l’ennesima volta che la Camera avrebbe potuto evitarsi questo ennesimo imbarazzo se qualcuno avesse consultato la mia tabella excel.
5. “Nell’esercizio 2012 la somma degli impegni di competenza e dei residui è di 156  milioni, che comprende la restituzione allo Stato di 7,5 milioni. Poiché però Perotti non la  considera un costo per il contribuente, corregge questo dato e lo porta a 149 milioni. La stessa correzione andrebbe però effettuata anche con riferimento al 2013, in quanto la  stessa somma è compresa tra i residui di quell’esercizio, per cui i 152 milioni del 2013  dovrebbero essere corretti, nella tabella di Perotti, in 145 milioni.”
Come detto sopra, sfortunatamente il bilancio della Camera del 2013 non  permette di ricostruire quanta parte dell’ ammontare da restituire al bilancio dello Stato nel 2012, e messo a residuo  per il 2013, sia stato effettivamente pagato e impegnato nel 2013.
Per tagliare la testa al toro poniamoci dal punto di vista più favorevole alla Camera.
Il dato più favorevole possibile per la Camera è dunque quello del cambiamento degli impegni di competenza, che sono diminuiti di 20,9 milioni. Sottraendo i due eventi fortuiti (la riduzione della spesa per collaboratori esterni dovuti alla chiusura temporanea della Camera, e il raddoppio degli interessi attivi), l’impegno di competenza è sceso di 14,9 milioni, come ho mostrato nel file excel allegato al mio primo articolo. La Camera sostiene che i risparmi di spesa sono stati molto maggiori. A questo punto non le resta che produrre i documenti che lo dimostrino.

Fonte: La Voce.info

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