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venerdì 3 gennaio 2014

La Fiat forte e indipendente investirà in Italia?


Complimenti a Marchionne, ora che la Fiat ha acquisito il 100% di Chrysler finalmente la grande liquidità e il flusso di cassa generato dalla casa americana, ci sono i soldi per fare investimenti per tutto il gruppo.
Non a caso anche alcuni sindacati nazionali si sono rallegrati per l'avvenimento altri (la FIOM) invocano l'intervento del Governo perchè vengano assicurati gli investimenti in Italia.
Ha ragione la FIOM. Nel senso che la FIOM ha ragione di temere che con la conquista di Chrysler la FIAT possa disimpegnarsi dall'Italia. Come noto la FIAT ha complessivamente ha una gamma di automobili per il mercato UE, vecchia e che vede una progressiva erosione di quote di mercato, in un mercato di per se asfittico: è del tutto evidente che:
  • - i costi complessivi di produzione per lavoro, burocrazia e tasse in Italia non sono minimamente competitivi con altri paesi dell'area Euro (Serbia e Polonia per fare due esempi, ma anche Spagna) 
  • - il mercato europeo nella migliore delle ipotesi e in leggera crescita ma partendo da numeri ridotti dalla crisi economica
  •  - la Fiat in Italia ha una gigantesca sovra-capacità produttiva. Ora la FIAT è diventata un player globale con importanti fabbriche e mercati nel Nord-America e in Brasile. 
In Europa oltre alle fabbriche italiane, la FIAT produce con successo e a pieno regime in Serbia e in Polonia. Fino ad ora il tallone di achille di FIAT è stata la cassa. Cioè la poca cassa e l'indebitamento della casa madre, e dall'altra parte una Chrysler in piena salute. Con la piena integrazione fra i due gruppi Fiat-Chrysler o ( Chrysler-Fiat), la casa madre diventa una vera multinazionale globale che per forza di cose ragionerà come una multinazionale globale. E l'Italia non è un luogo capace di attirare investimenti per le multinazionali. Poi c'è un altra questione: Fiat ora non ha più bisogno di alcun paracadute Italiano, ne l'Italia spolpata può fornire nulla di interessante. Dal mio punto di vista, da questa faccenda i rapporti di forza si sono ancora più spostati verso un gruppo forte e indipendente dall'Italia con tutte le conseguenze del caso. Resteranno qui centri stile e di ricerca, la Ferrari, scampoli di Alfa Romeo e forse di Lancia. Ma per il resto prepariamoci a dire addio al campione nazionale.
Fonte: Rischio Calcolato

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