E’ stato messo in funzione un nuovo strumento chiamato
redditometro, che garantisce di essere più pertinente ed
equilibrato soprattutto a fronte della netta diminuzione delle cosiddette
componenti induttive, ossia assegnate in base alla composizione del nucleo
familiare o degli indici Istat: questo complicherà in maniera marcata le scelte
dell’investitore.
Al riguardo del meccanismo sottostante di tale strumento, in
particolare, il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale presume
che la somma destinata ad un investimento possa essere scontata di eventuali
disinvestimenti effettuati nello stesso anno e dei disinvestimenti netti dei
quattro anni precedenti.
Quindi per chiarire un po’ il funzionamento è utile
ricorrere ad un esempio: se nell’anno di accertamento, ipotizziamo il 2010, è
stato effettuato un investimento di 1.000 euro, nell’anno precedente un
disinvestimento di 800 euro e un altro investimento di 300 euro, l’investimento
fatto nel 2010 dovrà essere scontato di 500 euro (ossia -800 e +300).
L’attuale formulazione del testo che disciplina il nuovo
redditometro prevede però un’importante novità rispetto al passato, disponendo
che l’investimento non possa più essere “spalmato” come reddito in più anni. In
altre parole, dunque, nel nuovo redditometro l’ufficio può procedere alla
determinazione sintetica del reddito complessivo sulla base delle spese di
qualsiasi genere sostenute nel periodo di imposta e degli incrementi
patrimoniali nella loro totalità.
Questa nuova formulazione, dunque, potrebbe complicare la
vita di numerosi investitori, soprattutto perché appare piuttosto remota
l’ipotesi che un investimento possa essere finanziato esclusivamente con
redditi prodotti nello stesso anno dell’acquisto e quindi senza attingere a
risparmi pregressi. Al contrario, invece, nella precedente versione gli
investimenti si presumevano effettuati con redditi conseguiti nell'anno in cui
era stata sostenuta la spesa e nei quattro anni precedenti.
Fonte: Professione Finanza
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