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sabato 26 gennaio 2013

Montepaschi story

Ieri (n.d.r. 24 gennaio) la notizia dei guai (e che guai!) di Montepaschi è finita sulle prime pagine dei giornali e ha aperto molti notiziari tv (subito dopo la notizia dell'arresto di Fabrizio Corona, ovviamente). Una notizia che ha preso la grande maggioranza degli italiani di sorpresa, perché nessuno lo aveva raccontato prima.
E nessuno, mi pare, ha fatto notare in TV che per salvare la (ex) grande banca senese tutti noi cittadini abbiamo messo mano al portafoglio. Ieri ho fatto il calcolo che ogni cittadino italiano, più o meno, spenderà 66 euro per salvare la banca. Ovviamente compresi i neonati. Insomma, gli italiani che si negano spesso persino le spese necessarie, devono pagare per salvare una banda di incompetenti e di corrotti. Come sempre quando succedono queste cose, pare che siano paragonabili ad un fenomeno meteo, anche distruttivo, per cui nessuno ha colpe. E invece le colpe ci sono e andrebbero individuate e punite duramente. E non sono solo le colpe di Mussari, che si è dimesso dal suo ruolo di presidente ABI. A parte che per punizione io intendo qualcosa di molto più pesante, vorrei che si aprisse un dibattito su chi ha lasciato mano libera a Mussari. E quindi qualcuno dovrebbe spiegare qual è stato il ruolo della Fondazione che controlla la Banca. In un più che bizarro caso di conflitto di interessi, lo stesso avvocato calabrese Mussari è passato da presidere la Fondazione a dirigere la Banca. Ma in molti gli anno lasciato mano libera. E siccome dietro la Fondazione c'è la politica, in un Paese normale oltre a preparare una cella accogliente per Mussari nelle patrie galere ci si interrogherebbe sul ruolo di quei politici che più sono vicini (e hanno influenza) sulla fondazione. , Invece siamo in Italia e quindi non ci sarà nessuna riflessione vera sulle colpe di quello che è successo. La maggior parte penserà che la più antica banca italiana è finita nei guai per mera sfortuna o per un incantesimo infernale chiamato derivato che nessuno spiega cosa sia. Nessuno ricorderà operazioni disgraziate come l'acquisto di Antonveneta ad un prezzo spropositato, in piena crisi subprime. Un acquisto non spiegabile con alcuna logica economica ma che all'epoca i media esaltarono come un grande affare.E poi certo c'è la malagestione operativa, lo strapotere dei sindacati che fa lievitare i conti, anche i derivati sottoscritti con contratti segreti senza nemmeno valutarne i rischi, i problemi giudiziari. Tutto questo Mercati24 lo ha sempre raccontato e continuerà a farlo: la storia (quasi) completa della distruzione di un gioiello dell'economia italiana l'avevo già raccontata qualche tempo fa, per chi non lo avesse ancora fatto consiglio di dare una lettura, anche veloce.
Fonte: Mercati 24

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