Nel silenzio generale sono entrate in
vigore le “clausole di azione collettiva”, sintetizzate nella sigla
“CACs”, che coinvolgono i Titoli di Stato con scadenza superiore ai 12
mesi.
Da adesso in poi i Titoli di Stato
superiori all’anno di vita saranno soggetti a queste clausole e di
conseguenza saranno meno sicuri che in passato per chiunque li
acquisterà.
L’introduzione
di queste clausole, che sono state introdotte ai sensi del “trattato
sul Meccanismo Europeo di Stabilità”, è passata sotto silenzio ma nella
realtà si tratta di una novità bomba !
Procediamo con ordine…
A quali titoli di stato si applicano:
Si applicano a tutti i titoli di stato che durano più di 12 mesi e quindi a Ctz, Btp, Btpi e Btp Italia.
Sono esclusi solo i Bot che hanno sempre scadenza 3,6 oppure 12 mesi.
Attenzione perché queste clausole si
applicano solo alle nuove emissioni e quindi per i titolo di stato
emessi dal 1 Gennaio 2013 in poi.
Le emissioni precedenti sono salve da queste clausole.
In teoria una limitazione c'è ma è una magra consolazione.
La limitazione è la seguente: uno stato può mettere questa clausola solo sul 45% del totale emesso in un anno.
Cosa sono:
CACs significa “clausole di azione
collettiva” e sono le stesse clausole che qualche mese fa hanno permesso
alla Grecia di modificare unilateralmente in corso d’opera le
condizioni contrattuali delle obbligazioni semplicemente basandosi sul
consenso dell’emittente e dei possessori del 75% dell’ammontare emesso.
Nel caso greco è stato richiesto il 75%
delle adesioni ma la richiesta può anche essere inferiore. Tecnicamente
basta il 33% che non è certo una soglia consistente.
Se non si fosse capito, fregandosene degli
interessi e del parere dei privati investitori, d’ora in poi emittente e
grosse istituzioni potranno modificare le condizioni del prestito e
ristrutturare secondo modalità di proprio gradimento.
Lo scambio tra il titolo di stato detenuto
dal risparmiatore con nuove obbligazioni ( come nel caso della Grecia )
sarà imposto anche a chi non lo aveva acconsentito.
D’ora in poi praticamente uno stato in
difficoltà avrà gioco facile a modificare le condizioni ed i termini
dell’emissione obbligazionaria e potrà allungare le scadenze,
modificare le cedole o anche scambiare con nuove obbligazioni.
Quali sono le conseguenze:
Le principali conseguenze a mio avviso potranno essere:
- in caso di nuove tensioni su
Grecia, Portogallo, Spagna e Italia queste clausole potrebbero rendere
più acuta e nervosa la situazione
- in caso di default sarà praticamente inutile fare causa per cercare di ottenere qualche forma di rimborso
- i titoli di stato perdono
parecchio sex appeal. Un tempo piacevano perché erano considerati il
massimo della sicurezza. Da adesso in poi non è che ci sia poi più una
grande differenza concettuale rispetto ad obbligazioni emesse da
soggetti privati ( banche e società )
Riassumendo al massimo, si tratta dell’ennesimo calcio nel culo ai risparmiatori…
Fonte: Bellelli.biz
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Osservazione delle Società quotate alla Borsa Italiana e dell'andamento della situazione economica internazionale. Informazioni essenziali e concise estesa a tutti i Titoli quotati a Piazza Affari - Milano, espresse sottoforma di codifica semplificata e di segnale intuitivo.
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giovedì 31 gennaio 2013
Lo sapevate che da qualche giorno i titoli di stato italiani sono un pò meno sicuri ?
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