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giovedì 20 settembre 2012

Cartelle Esattoriali di Equitalia? Non Sono Valide
Una norma dice che le cartelle inviate per posta da Equitalia, non sarebbero da considerarsi valide

LE NOTIFICHE delle cartelle esattoriali inviate da Equitalia via posta, in genere per raccomandata, rischiano di essere invalidate per motivi normativi, ed il problema è più che noto alle commissioni tributarie di tutta Italia.

 

CHE LA COMUNICAZIONE delle cartelle esattoriali effettuata da Equitalia per posta rischia di non esser valida lo dice la legge. È vero che la norma 890/82, quella che si applica all’Amministrazione finanziaria dello Stato,  all’art. 14 prevede  che gli avvisi possano esser notificati al contribuente anche a mezzo della posta, ma tale disposizione è riservata agli uffici che esercitano la potestà impositiva, non agli agenti di riscossione.
COME SPECIFICATO da una sentenza della Commissione tributaria di Lecce nel 2011  l’art. 26 della legge 602/73 inizialmente prevedeva sì la notifica per posta anche da parte dell’esattore, facoltà però revocata dal decreto legge 46/99, in base al quale (art. 12) “la cartella è notificata dagli ufficiali della riscossione o da altri soggetti abilitati dal concessionario nelle forme previste dalla legge ovvero, previa eventuale convenzione tra Comune e concessionario, dai messi comunali o dagli agenti della Polizia municipale”.
LA CONCLUSIONE cui sono giunti i giudici tributari è che tale facoltà è riservata “agli uffici che esercitano potestà impositiva, e quindi solo all’Agenzia delle Entrate, la possibilità di notificare avvisi e altri atti a mezzo posta”. Quindi le notifiche inviate direttamente da Equitalia sono nulle.
TENUTO CONTO che  su 34 milioni di cartelle notificate da Equitalia ai contribuenti negli ultimi due anni, via raccomandata rappresentano il 40-50 %, se tutti facessero ricorso sarebbe un disastro per la società in questione, e in ultima analisi anche per l’Erario.
IN OGNI CASO le contestazioni, proprio basandosi sull’impossibilità di notifica, si stanno moltiplicando, e le Commissioni tributarie danno ragione ai ricorrenti. 

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