Ultimi post!

martedì 28 agosto 2012


Sta mutando la mappa dei rischi in Europa

Il Cds rappresentano il valore del premio assicurativo che si paga per assicurarsi contro un evento avverso, nel caso in oggetto, l'insolvenza di uno stato. Ogni ragionamento sui Cds dovrebbe tenere presente alcune loro caratteristiche principali. Utilizzano questi prodotti quasi esclusivamente investitori istituzionali o di grandi dimensioni, i traenti sono tipicamente una decina di grandi banche internazionali.
I valori delle polizze dipendono certamente dalle quotazioni e sottostanti dei titoli, dai fondamentali dello uno stato e dal contesto in cui esso si colloca.
Ma per sua natura questo prodotto finanziario ingloba anche quell'impalpabile valore che é la fiducia che il mercato ha nella solvibilità presente e futura dello stato in considerazione.
Queste caratteristiche, specie una certa quale quantizzazione della fiducia, non si applicano pienamante agli indici di spread, che risentono molto anche degli interventi delle Banche centrali.
Di conseguenza, l'informazione contenuta nei Cds può essere considerata ragionevolmente più affidabile ed almeno parzialmente autonoma. Verosimilmente più affidabile rispetto a quella degli spread. 
Consideriamo la seguente Tabella, che compara il valore dei Cds di Ungheria, Irlanda, Italia e Spagna a partire dal 2 gennaio di questo anno.
All'inizio dell'anno, Ungheria ed Irlanda presentavano valori di Cds consistentemente maggiori di quelli di Italia e Spagna. Questi valori evidenziano un decremento nel tempo fino a giugno, periodo in cui tutti i titoli europei divennero meno appetibili e considerati più pericolosi.
Ma a partire da luglio, risolta la turbolenza anche politica, Ungheria ed Irlanda hanno visto i Cds sui propri titoli scendere mediamente al di sotto di quelli dell'Italia e della Spagna.
Nel contempo, i valori dei Cds italiani e spagnoli hanno ripreso a crescere. 
Questi andamenti sono forse meglio percepibili visivamente nel grafico che riporta i dati numerici tabellari.
Considerazioni. 
Ungheria ed Irlanda hanno subito pesantemente la crisi che li aveva colpiti negli ultimi anni, sia pure per motivi differenti. Tuttavia, gli andamenti dei Cds nel corso dei questi otto mesi deporrebbero a favore dell'ipotesi che stiano uscendo, sia pure a fatica ed a costo di grandi sacrifici, dal periodo acuto della crisi. 
Ciò non significa che siano fuori pericolo, basti solo osservare la puntata che ebbero i Cds irlandesi ai primi di giungo. In ogni caso i titoli di codesti due stati sembrerebbero essere entrati in una zona di rischio decisamente minore rispetto al passato, fatto questo che potrebbe attirare su di essi l'attenzione di investitori disposti a correre ragionevoli rischi in cambio di rendimenti interessanti.
Un nuovo interesse degli investitori su questi titoli potrebbe concorrere a renderli ancor più stabilii e, quindi, maggiormente appetibili. Spagna ed Italia invece non sembrerebbero essere altrettanto performanti.
A partire da marzo presentano valori crescenti dei Cds, con battute e flessioni, ma stabilmente superiori a quelli dei primi tre mesi dell'anno. Inoltre, come si constata, la volatilità evidenziata ai primi di agosto, e non riscontrabile per l'Ungheria e l'Irlanda, li presenta come molti più vulnerabili ed esposti ad ulteriori possibili crisi di fiducia.

Nessun commento:

Posta un commento