dopo che magari uno per trent’anni ha pagato un mutuo… Trovo giusto che non si paghino le tasse sulla 1^ casa, ma chi ha la 2^, la 3^o 4^ è giusto che paghi le tasse”.
Non so se gli italiani vedano il Paese come il presidente del Consiglio vorrebbe lo vedessero. Qualche dubbio ce l’ho, ma non è questo che mi interessa commentare dell’affermazione di Renzi.
Esso sostiene che non pagare le tasse sulla prima casa sia “un fatto di giustizia”. Sono d’accordo, anche se non importa nulla se uno abbia pagato la casa con un mutuo trentennale oppure no.
Il problema è che dietro alle sue affermazioni, come spesso gli accade (a dire il vero come spesso accade a chi punta a mantenere o aumentare il proprio consenso elettorale), non c’è alcuna logica, alcun sistema coerente di valori etici. A rendere un fatto di giustizia il non pagare una tassa non è il fatto che la casa sia la prima o l’ennesima, né che si tratti di un monolocale o di un castello, bensì il rispetto del diritto di proprietà, l’applicazione del principio di non aggressione. Un concetto che vale non per una tassa specifica o una parte di essa, bensì per ogni forma di tassazione. L’idea di giustizia invocata da Renzi è invece del tutto priva di basi etiche solide, e in effetti con altrettanta arbitrarietà c’è chi sostiene che dovrebbe essere tassata tutta la proprietà immobiliare.
Renzi avrebbe potuto affermare, con argomenti ugualmente privi di senso, che è giusto esentare dal pagamento delle tasse le persone more, mentre andrebbero tassati i biondi. I castani, magari, potrebbero avere delle detrazioni.
Nessuna tassa è giusta. Chi afferma il contrario sostiene, anche non intenzionalmente, il diritto di un gruppo di persone (i consumatori di tasse) a ridurre in schiavitù un altro gruppo di persone (i pagatori di tasse). Queste sono le basi da cui partire quando si parla di tasse, non il fatto che uno abbia comprato casa con o senza mutuo.
Fonte: RischioCalcolato
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