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martedì 24 febbraio 2015

Odiano il contante. Ecco la tassa per chi lo deposita in banca

Ed eccola la trovata per stroncare l’uso di uno dei pochissimi presidi di libertà che ancora esiste nel nostro Paese: il denaro contante.
Si tratta di questo, una bella tassa sui depositi in banca del contante sopra i 200€. Un pizzo da pagare allo Stato il cui target principale sono i commercianti e i professionisti i quali sarebbero incentivati a costringere i propri clienti a “passare” alla moneta elettronica tracciabile.

E tutti voi volete in grande maggioranza essere tracciati, anzi in particolare che siano tracciati i vostri vicini. E ve lo meriterete! Avrete proprio esattamente quello che chiedete.
Non mi stupirei poi se oltre ad una tassa sui depositi, venisse istituita anche una tassa sui prelievi in contante dai bancomat. Perchè no.
Lotta dura senza paura al contante.
Noi su RC tutto quello che avevamo da dire sul Denaro Contante lo abbiamo fatto con:Contante Libero  raccogliendo in oltre un anno la miseria di 14.673 firme, e dunque prendiamo atto della volontà degli italiani di passare alla moneta tracciata e “trasparente”
Quindi, preparatevi, siate consapevoli, siate preparati e fate le valige.
P.S. In Germania, siccome sono stupidi, non ci pensano neppure a eliminare il contante.
da La Legge per Tutti
Addio allo scontrino di carta e massima tracciabilità dei mezzi di pagamento: per dare la caccia ai furbetti arriva l’imposta di bollo sui versamenti superiori a 200 euro. (p.s. i furbetti più furbetti sono già emigrati… n.d. fk)
Guerra ai contanti: lo giura il Governo che sta per introdurre un’imposta di bollo proporzionale ai versamenti giornalieri in banca superiori a € 200,00. Così, ad esempio, il commerciante che depositerà, sul proprio conto corrente, il denaro derivante dalle vendite del giorno, e questo sarà superiore al limite di 200 euro, sarà “super tassato” dallo Stato. Una misura che, insieme all’introduzione degli scontrini e ricevute digitali e alla fatturazione elettronica tra privati, mira a garantire la massima tracciabilità dei pagamenti e a favorire l’addio definitivo al contante.
Una misura che “farà bene” non solo allo Stato, ma anche alle casse delle banche, che potranno così vedere crescere i propri utili sulle operazioni di accredito elettronico e allo stesso tempo vedranno ridursi i costi di gestione del contante, il cui ammontare ad oggi vale circa 5 miliardi di euro.
Le altre misure
Entro il 2017, commercianti, artigiani e professionisti saranno tenuti alla memorizzazione e alla trasmissione telematica al fisco di tutti i corrispettivi giornalieri. In questo modo si abbandonerà per sempre lo storio “scontrino di carta”. L’obbligo riguarderà anche i supermercati, ipermercati, discount, tutti i soggetti che oggi sono sul mercato con i distributori automatici.
La trasmissione telematica potrà avvenire tanto con nuovi registratori di cassa, quanto con strumenti più “leggeri” come smartphone e tablet.
Verrà rafforzato l’uso del Pos (il dispositivo elettronico per i pagamenti con bancomat e carta di credito).
Chi sosterrà le spese relative all’ammodernamento tecnologico dei propri sistemi di pagamento potrà usufruire di un credito di imposta (soprattutto i soggetti più piccoli come i commercianti al minuto).
Tutti i dati finiranno nel cassetto fiscale del contribuente il quale potrà rendersi conto in ogni momento della sua posizione nei confronti del Fisco.
Professionisti inclusi nella riforma
L’obbligo della comunicazione telematica delle vendite riguarderà anche le fatture emesse dai professionisti.
Difatti, il secondo pilastro della riforma per stanare gli evasori riguarderà l’obbligo – anch’esso a partire dal 2017 – di trasmettere i dati delle fatture emesse e di quellerettificative, nonché delle fatture ricevute direttamente alle Entrate. Il tutto mantenendo nella propria contabilità tutte le transazioni finanziarie con soggetti non residenti di importi pari o superiori a mille euro.
Insomma, esisteranno solo fatture digitali o, come sono state ribattezzate, “e-fatture”.
Una lotta all’evasione senza quartiere, quindi, che consentirà di incrociare i dati derivanti dalla fatturazione elettronica con le informazioni già disponibili nell’anagrafe tributariae in quella dei conti correnti così da poter effettuare analisi di rischio mirate sugli evasori.

Fonte: RischioCalcolato 

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