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domenica 21 dicembre 2014

Schegge di statalismo : 10° episodio

Dalla Sicilia a Milano, attraversando tutta la penisola con un’altra serie di incredibili esempi della metastasi statalista.


La 1^ scheggia riguarda Giancarlo Caselli, ex procuratore di Torino. Il Clooney delle procure itagliote versione canuta, quello infatti con la chioma bianco-neve che la sera gironzolava per gli studi dei Santoro, dei Floris e del resto dell’armata mediatica all’amatriciana. Ecco si proprio lui, al 31 dicembre dell'anno passato è andato in pensione a 75 anni. Per stakanovismo i togati italioti, sono i primi al mondo. Persino i minatori di San Josè e i demolitori di Alang rimangono distaccati al confronto. Lavorano fino ad età inoltrata i togati, e ovviamente il loro datore di lavoro riconosce lautamente, la fedeltà, il loro indiscusso senso del sacrificio e sprezzo del pericolo. Risultato : una miserabile pensione da soli 23.200 euro / mese (lordi) per sole (!!!) 13 mensilità. E uno stipendio finale per l’anno 2013, al culmine della carriera di eroe statalista di soli € 540.000. Un poveraccio !! Ho infatti contattato io stesso le suore della Divina Misericordia di Corso Racconigi a Torino, per raccomandare lui e i familiari per un pasto caldo almeno per pranzo.
Se conoscete qualcuno di quelli che dicono che le tasse sono destinate ai servizi sociali soprattutto per i deboli, gli sfortunati, e i meno abbienti, mandatamelo qui, che vorrei fargli i migliori auguri di Natale. Riempiendolo di mazzate.
Ora io immagino Caselli debole, se non altro per la sua veneranda età. Inquadrarlo come “meno abbiente” mi riesce già più difficile. Ma certo “sfortunato” non mi riesce proprio di vedercelo. Uno che in un’anno prende oltre mezzo milione di euro di compensi e lascia la P.A. con una pensione come quella sopra indicata, più che sfortunato è uno sfondato. Poi andate a chiedere a qualche alto prelato dei tribunali italioti, perchè i processi non finiscono mai. Vi ripeteranno la poesia che nei tribunali manca la carta per le fotocopie e il personale è insufficiente, e i computer non hanno Windows 8. Anche Caselli quando era in servizio ripeteva la poesia, of course.
Adesso con un bel salto di oltre 1.000 km voliamo a Termini Imerese in Sicilia. Bene, sappiate che Marchionne si è ritirato già 3 anni fa dal pagare gli stipendi ai circa 1.000 disperati della ex fabbrica Fiat. Dicendo : adesso basta. Si può essere d’accordo o meno, ma così è stato.
Per tutta risposta l’onnipresente Dio Stato, è intervenuto com’è nelle sue corde di benefattore supremo, pagando la Cassa Integrazione per tutti. In fondo a quella latitudine d’italia, la CIG tiene buoni 50.000 voti (familiari e indotto della fabbrica) che non sono bruscolini. Soprattutto rinvia o placa possibili rivolte sociali che potrebbero avere conseguenze su scala nazionale. Gli statalesi sono gente attenta a queste cose, previdenti come pochi. E quindi giù decine di milioni di euro per far passeggiare i lavoratori sul lungomare di Cefalù e mantenergli sigarette, gelato per i bambini e un minimo di reddito. Nella regione dove si sa come in tutto il sud, il lavoro è una chimera, ma l’apparato regionale dell’attuale governatore, tale crocetta, ha alle dipendenze una forza lavoro pari a 5 volte quella della Lombardia, e dove si conta un dirigente ogni 70 parassiti regionali !!!
Non è finita : alla fine di quest’anno la CIG si esaurisce e cosa ti congegna il Dio Stato col suo clan di statalesi ? ma ovvio : trova 140 miliori di euro, e li promette a qualche volenteroso capitalista all’amatriciana, di cui la penisola risaputamente pullula, per acquisire il sito industriale. Manco a dirlo si fa avanti un capitalista formato “bagna cauda”, piemontese appunto, tale Roberto Ginatta proprietario della Metec fornitore storico della galassia Fiat. Gli vengono chiesti 25 milioni di euro. Il sottosegretario al Ministero allo Sviluppo Economico, tale Claudio De Vincenti, definisce i 25 milioni : il giusto impegno per ottenere 140 milioni di euro pubblici. Domani proverò ad andare in banca con 25 euro chiedendo se me ne aggiungono loro e gratis 140, perchè voglio aiutare Ginatta ad acquisire Termini Imerese.
Atro formidabile esempio del criminale uso dei quattrini pubblici estorti con la tassazione, e delle tumorali conseguenze sull’economia e la vita del Paese.
Saliamo di circa 450 km e ci portiamo adesso nella città di Pulecenella : per incontrare tale Stefano Caldoro, classe 1960 da Campobasso. Da piccolo, pare che la mamma scopre che il piccolo è allergico al versante adriatico dell’itaGlia, e subito lo accompagna sul versante opposto quello tirrenico, più o meno alla stessa latitudine : Napoli. Dove il fanciullo cresce e si sviluppa. Quando si dice le mamme !!!
A 25 anni, il Caldoro entra in politica per non deludere la madre e darle le maggiori soddisfazioni possibili, in una nazione ormai trasformata da decenni, in una cloaca a cielo aperto. Era infatti il 1985 : praticamente anche lui un nullafacente di professione, votato all’ordine dei Missionari col pallino fisso del Bene Komune. Governatore dal 2010 di una delle regioni più sconquasciate d’itaGlia, sotto il profilo sociale, economico, urbanistico e della protezione ambientale.
E cosa ti combina il giulivo molisano impiantatosi sotto al vesuvio ad occuparsi del bene komune ? Beh, intanto dichiara ai giornali che la Campania è ritornata a crescere e che in pochi anni ritornerà quella regione che è sempre stata. Non so, se svenire adesso o aspettare l’anno nuovo e farmi saltare per aria con un botto di capodanno.
Pieno di boria, classico sentimento dei parassiti abili e liberi di spendere soldi altrui senza rischiare nulla in proprio, dichiara il giulivo governatore : “….la ripresa dipende dal nostro lavoro (una vera garanzia detta da uno che non ha mai lavorato in vita sua).  Le gare pubbliche bandite sono aumentate rispetto al 2013, del 88,5 % in più in numero, e del 170 % in valore. Siamo i primi in itaGlia per per nuovi cantieri. Abbiamo risanato i conti senza aumentare le tasse locali, ecc…. Vi risparmio il resto del vomitevole proclama statalista. Roba che se il giulivo governatore fosse condotto davanti a una corte marziale, magari anche propensa a graziarlo, dopo due o tre delle innumerevoli minchiate pronunciate, lo fa condurre fuori per la fucilazione immediata e la tumulazione differita. Dimenticavo di dire che in primavera, ci saranno le nuove elezioni regionali, e Caldoro non vuole deludere neanche questa volta la sua mamma.
Altro formidabile esempio dell’utilità sociale ed economica della tassazione : permettere a un parassita di fare proclami, coagulare il consenso elettorale per la prossime elezioni, distribuendo appalti e soldi pubblici, potendosene infischiare delle leggi del mercato, dei reali bisogni della società, danneggiando i sani investimenti e truccando i segnali naturali della domanda e dell’offerta. Loro creano la domanda, provvedono all’offerta. Il conto ? lo pagano gli altri. Of course.
Adesso passiamo a Roma e Milano insieme, capitali ex-aequo dei senza tetto e senza fissa dimora. La crisi ha acuito il fenomeno e solo nell’ultimo anno il numero di persone che vivono per strada nelle due grandi città, è raddoppiato. Si tratta quasi sempre di italiani che hanno perso il lavoro, con alle spalle storie di famiglie sfasciate da divorzi, degrado, povertà, emarginazione. Per questi sventurati, migliaia di volontari e decine di organizzazioni no-profit svolgono un’opera straordinaria di aiuto e assistenza. Sopperiscono gratuitamente alla cronica mancanza di mezzi e quattrini, indovinate di chi ? Del Dio Stato, di quel dio in altre parole, che di mestiere fa l’estorsore, e per hobby ha quello di giustificare l’estorsione con l’assistenza a poveri e diseredati. Salvo poi accorgersi all’indomani dell’estorsione e del proclama elettolare di beneficienza, che i soldi non bastano mai, o che sono già finiti.
Questa del volontariato è la drammatica e inoppugnabile prova che l’iniziativa libera e volontaria, può fare molto meglio e molto più concretamente, di quanto non sappia e possa fare lo stato che per finalità effettive è molto indaffarato ad assicurare la perpetuazione dell’apparato e garantire ai caselli, ai caldoro, ai cassintegrati di Termini Imerese e all’esercito degli statalesi suoi fedeli devoti, il massimo della protezione e il minimo dei rischi.
E per finire adesso parliamo di un pò tutta l’itaglia, per via della produzione olearia del nostro paese.
A fronte di questa situazione, dovuta solo in parte alla mosca killer e molto invece alle avversità meteorologiche, il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, è intervenuto oggi per lanciare un messaggio rassicurante al mondo olivicolo nazionale annunciando nuove misure e ricordando quelle già messe in campo.
“Stiamo studiando interventi in accordo con le regioni – spiega Martina – abbiamo già stanziato 70 milioni di euro all’anno per aiuti all’olivicoltura, con una particolare attenzione anche a quella di montagna fino al 2020. Mentre per far fronte ai danni del maltempo a ottobre abbiamo sbloccato 1,4 miliardi di euro dei fondi comunitari per aiutare un milione di aziende del settore. Sono previsti poi altri 100 milioni in tre anni per sostegno alla promozione dell’olio italiano e che saranno destinati alle organizzazioni di produttori, in modo da poter stimolare ancora di più l’aggregazione”.
“E’ auspicabile che ci sia un intervento del governo” sostiene David Granieri, presidente di Unaprol. “Ci siamo trovati davanti a una stagione più complicata del previsto, addirittura drammatica. In Puglia e in Calabria il calo produttivo è intorno al 50%, ma nel resto d’Italia si arriva fino al 60, 70% con punte dell’80%. Quest’anno arriveremo con grandi difficoltà a 180 mila tonnellate”, spiega all’Adnkronos Granieri, sottolineando che si tratta di una perdita davvero consistente se si considera che nella campagna precedente (2013-2014), la produzione di olio di oliva è stata di 463.000 tonnellate secondo i dati Ismea Unaprol.
A chiedere interventi anche per la trasformazione sono gli industriali dell’olio. “La situazione è drammatica, servono risorse straordinarie” ci sono problemi ‘quantitativi ma anche qualitativi’ quest’anno per l’olio prodotto da olive italiane. E i prezzi della materia prima sono praticamente raddoppiati”. E’ il grido di allarme di Giovanni Zucchi, presidente di Assitol.
Dopo questo coro di statalisti di professione come il ministro martina, anch’egli nullafacente dalla nascita, e del resto della banda fatto dai soliti capitalisti alla bertolli – carapelli, nella fattispecie, prego babbo natale di intervenire prontamente con il suo carbone. Ma che sia ad orologeria, contenga dinamite e non lasci scampo. Amen.

Fonte: RischioCalcolato


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