Già tempo addietro avevo scritto un post evidenziando che non sempre ciò
che appare scontato, alla fine dei conti, in effetti lo è. Come ad esempio il costo del debito pubblico italiano, che secondo alcuni
professoroni sarebbe diminuito.
Per aggiunta, proprio grazie ai tre
dell'Ave Maria (Monti, Letta, Renzi), che invece sembrano essersi
guadagnati il ruolo dei tre dell'apocalisse, vista la distruzione che
sinora sono stati capaci di produrre.
Ma veniamo al dunque.
Partiamo da alcuni semplici dati, come ad esempio la spesa per interessi sul debito sostenuta dallo Stato italiano.
A fine 2011, cioè quando lo spread BTP - Bund tedesco viaggiava
ad oltre 500 punti, era il 5% del PIL. Il Prodotto Interno Lordo valeva
€1580 miliardi. Da ciò se ne deduce che la spesa per interessi,
in quell'anno, è stata € 79 miliardi (1580*5/100). Sapendo che il
debito pubblico, a fine 2011, ammontava a 1907 miliardi di euro,
si può ricavare che il tasso medio nominale pagato dallo Stato sul
debito pubblico è stato del 4.14% circa. Ma questo è un tasso al lordo
dell'inflazione. Ai fini del nostro ragionamento, ciò che interessa è il
tasso reale, ciò al netto dell'inflazione, poiché misura in termini
reali quanto lo stato effettivamente paga.
Sempre nel 2011, il tasso di inflazione annuo (cioè dicembre
2011 su dicembre 2010) è stato di circa il 3,30%. Quindi, in maniera non
troppo affinata, possiamo dedurre che tasso reale è stato dello 0.84%
(tasso nominale 4.14 - inflazione 3.30= 0.84%). E questo è il costo
reale sostenuto dallo stato italiano espresso percentualmente.
Veniamo ai giorni nostri.
Secondo le stime contenute nel DEF, l'italia, nel 2014, dovrebbe
spendere per gli interessi sul debito il 5.2% sul PIL, con il Prodotto
Interno Lordo stimato a 1587 miliardi di euro.
Il 5.2% di spesa per interessi sul PIL, è un dato del tutto farlocco,
per il semplice motivo che le stime di crescita del PIL sono del tutto
inverosimili e irrealizzabili (lo abbiamo spiegato QUI,
ma anche altrove). Quindi, la spesa per interessi, con il PIL che sarà
destinato a rimanere ben al disotto delle stime governative,
verosimilmente, inciderà in maniera superiore rispetto al 5.2% previsto.
Anche il dato sul debito pubblico, stimato a fine 2014 a euro 2141
miliardi, è del tutto saltato in aria, visto che già a maggio era di
2166 miliardi di euro.
Ma lasciamo stare queste sottigliezze e prendiamo comunque per buoni questi dati che, ripeto, sono del tutto infondati.
Con il PIL a 1587 miliardi di euro (potete ridere) e una spesa per
interessi del 5.2%, significa che per il 2014 l'Italia spenderebbe 82
miliardi di euro per interessi. Che su un debito pubblico di 2141
miliardi (potete nuovamente ridere) equivale ad un tasso nominale sul
debito del 3.83, in calo rispetto al 4.14 medio pagato nel 2011.
Si da il caso, però, che l'inflazione, oggi, anziché essere del 3.3%
come nel 2011, sia di appena lo 0.3%. Per cui il tasso reale pagato
dallo Stato italiano sul proprio debito è del 3.53% (3.83-0.3), contro
lo 0.84% del 2011. Tenendo conto che il calcolo che abbiamo fatto si
fonda su dati farlocchi perché farlocche sono le previsioni di crescita,
possiamo concludere che il tasso reale pagato sul debito, non solo è
aumentato notevolmente rispetto al 2011, ma è addirittura più alto
rispetto a quello che abbiamo bonariamente stimato.
Spiegatelo a Renzi e ai professoroni
Fonte: Vincitori e Vinti - Paolo Cadernà
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