Ultimi post!

venerdì 14 febbraio 2014

Svizzera, paradiso per le imprese, ma inferno per i lavoratori

Cresce la polemica dopo il sì dela Svizzera al referendum contro l'immingrazione di massa. "Gli svizzeri fanno i loro interessi accogliendo le imprese italiane e i nostri capitali, salvo poi chiudere la porta in faccia ai nostri frontalieri
quando la crisi comincia a farsi sentire fra i lavoratori d'oltreconfine", commenta duramente il senatore della Lega Nord, Stefano Candiani, ricordando che fino ad ora il governo italiano ha pensato solo a come recuperare i soldi illegalmente esportati in Svizzera, ignorando i problemi dei frontalieri e dei ristorni per i comuni di confine. Infatti il punto è proprio questo: da una parte, ci sono gli imprenditori, che continuano a essere super coccolati, dall'altra parte ci sono i lavoratori, per i quali si aprono tempi duri. La più bassa pressione fiscale continua infatti a spingere un numero crescente di imprenditori, piccoli artigiani e manager a insediarsi nella Confederazione. E come dargli torto, visto che secondo l'ultimo rapporto della Banca Mondiale in Italia la pressione fiscale complessiva sulle imprese è del 68,3%, mentre in Svizzera è meno della metà. In particolare, in Svizzera l'Iva è ancora ferma all'8%, mentre in Italia è aumentata al 22%. In Ticino, in particolare, l'onere fiscale per le imprese si attesta attorno al 20% dell'utile. E molti sono i brand del lusso già presenti. Questo il caso di Gucci che, dopo essersi insediato nei pressi di Locarno, ha realizzato anche un capannone di 20mila metri quadri, non distante da Bellinzona, la capitale del Cantone, assumendo un centinaio di dipendenti. Così come il gruppo Zegna, che ha costruito un grosso stabilimento, impiegando un migliaio di persone, a due passi da Chiasso. Ma se la Svizzera continua a essere un paradiso per gli imprenditori, si sta trasformando in un inferno per i lavoratori italiani. Sia per quelli che già hanno un impiego, sia per quelli che ancora non ce l'hanno e vorrebbero trovarlo. Da rilevare che il Canton Ticino, che ha un Pil di circa 12 miliardi, offre oltre 163 mila posti di lavoro, su una popolazione totale di circa 325 mila abitanti. Per chi ha già un lavoro, infatti, il nuovo articolo 121 prevede l'introduzione di "tetti massimi annuali e contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un'attività lucrativa" sul territorio elvetico. Tetti massimi che "devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell'economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli Svizzeri" e "devono comprendere anche i frontalieri" che, al momento, sono 65mila solo quelli italiani che lavorano ogni giorno in Svizzera. Per chi invece spera di trovare un'occupazione sul suolo svizzero, le ricerche si complicano. A seguito del referendum, infatti, al momento di assumere lavoratori, le imprese dovranno dare la preferenza agli svizzeri. Insomma, per i lavoratori italiani è la fine dell'eldorado.
Fonte: ProfessioneFinanza

Nessun commento:

Posta un commento