Ultimi post!

sabato 30 novembre 2013

Fare al meglio del proprio minimo come Consumatori Meglio al Minimo

Possiamo essere molte cose, studenti, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, disoccupati sussidiati e non, pensionati, imprenditori, benestanti con una qualsiasi tipo di rendita.
Ma tutti veramente tutti siamo consumatori.
Nel post Fare al Meglio il Nostro Minimo, L’Arma Finale per Distruggere Questo Stato. #MeglioalMinimo abbiamo teorizzato una semplice ed efficace strategia di Rivolta di Atlante, e di difesa personale adatta soprattutto per quei professionisti o lavoratori autonomi che sono impossibilitati o non vogliono delocalizzare la propria attività.

…….ci sono migliaia di Italiani e di Aziende Italiane che per molteplici motivi, familiari, di legame con il territorio, di mancanza della preparazione necessaria o per semplici questione anagrafiche non possono o non hanno la forza per andarsene altrove.
Cosa resta per protestare e portare questo Stato Italiano al collasso? 
Fare al meglio del nostro Minimo
In Italia oggi non è il tempo per fare soldi, è il tempo di sopravvivere e preparasi alla bancarotta del Paese.

Ogni attività economica ha un rapporto fra rischio e rendimento atteso. In Italia in più abbiamo una pressione fiscale così asfissiante che lavorare di più, produrre di più e assumersi maggiori rischi rende come minimo temerario la ricerca del reddito.
Pensate ad un dentista che lavora 5 o addirittura sei giorni la settimana: si assume il rischio che il gran numero di clienti non lo paghi, e deve pagare al fisco una quantità di tasse enormi peraltro spesso commisurate a quanto fatturato e non a quanto effettivamente incassato. Forse potrebbe lavorare 3 o 2 giorni la settimana, selezionare solo i clienti che pagano e evitare di trovarsi indebitato e in difficoltà solo per avere cercato di produrre di più.
L’idea di lavorare a testa bassa per accumulare un bel patrimonio per il futuro, in un paese in piena repressione fiscale non funziona, è un idea sbagliata pericolosa e che porta alla rovina.
Oggi è giusto fare al meglio il nostro minimo, ridurre le attività al punto ottimale allo scopo di farla sopravvivere. L’obbiettivo deve essere la conservazione della professionalità e degli strumenti del  mestiere.
Per paradosso proprio ora il tempo libero non è mai costato così poco e il rischio di impresa non è mai stato così alto in Italia.

E contemporaneamente è rivoluzionario.
Lo Stato può confiscare il nostro patrimonio, può toglierci le libertà ma non può costringerci a fare del nostro meglio per produrre ricchezza.
Fare al meglio del nostro minimo significa sopravvivere e contemporaneamente condannare questo Stato alla morte per fame, portare l’Italia al cambiamento per mancanza di mezzi, per mancanza delle tasse su un reddito che non viene più prodotto e per i minori consumi.
Fare al meglio del nostro minimo significa pianificare il proprio lavoro e la vita della propria famiglia dando maggiore valore e qualità al tempo al di fuori della produzione del reddito.
Non è facile ma è possibile, si può passare un periodo della vita in un parziale ritiro volontario che implica anche a dure rinunce se si ha un obbiettivo adeguato.
Sopravvivere e fare una piccola, silenziosa, micidiale rivoluzione, non è un obbiettivo da poco.
E’ evidente che, ad esempio, un lavoratore dipendente non ha ne la possibilità e ove fosse teoricamente possibile, la convenienza ad attuare una simile strategia. Però tutti siamo consumatori.
E tutte quasi ogni volta che spendiamo denaro per acquistare beni e sevizi facciamo incassare allo Stato IVA, accise, bolli, e indirettamente imposte sui redditi.
L’olocausto del lavoro e della creazione di ricchezza causata dallo Stato Italiano nel suo complesso (da questo Stato), ha già compresso i consumi. Ma individualmente possiamo fare ancora molto per portare alla morte per fame la bestia.
Non sto parlando di consumo consapevole ne di ecologia, parlo di tasse. Della concreta possibilità di ciascuno di colpire lo Stato dove fa più male, in silenzio, nel segreto e in sicurezza. Farlo individualmente senza proclami, uccidere lo Stato rifiutandosi il più possibile di consumare beni e servizi ove generino tassazione.
Si tratta di attuare delle strategie e sopratutto di decidere una linea forte di comportamento nella consapevolezza di fare la cosa giusta.  Ovvero:
Limitare il più possibile ogni attività di consumo che generi flussi di cassa per lo Stato anche sostituendoli ove possibile con consumi che tax free. Qui bisogna intenderci sulla definizione di consumo. Il consumo non è l’acquisto di un bene o un servizio, ma è la soddisfazione di un bisogno.  Ad esempio visto che siamo sotto le feste di natale, molte persone hanno il bisogno di “fare un regalo” per avere la soddisfazione di continuare una tradizione.
E’ proprio necessario che il “regalo” sia un bene o servizio acquistato in un negozio o on-line?
Per esempio io non troverei scandalo ne vergogna se in alcuni casi regalassimo una busta con del “denaro contante”. Certamente gradito e magari accompagniamo questo regalo con un bigliettino:
“Ti voglio bene, e per questo preferisco darli tutti a te anziché darne una parte allo Stato” In altri casi internet è di grande aiuto. Avendo reso semplice e trasparente lo scambio fra privati, di oggetti spesso nuovi e  ancora con una ampia garanzia.
Vi faccio un esempio, il computer da cui scrivo questo post è un fantastico Imac 27 pollici del gennaio 2012 acqistato attraverso un annuncio su Ebay e con pagamento in contanti (più di 1000€ ma al venditore ho dato i primi 999€ con una mano il resto con l’altra) , ora ho bisogno di portatile e cerco un Mac Book Air ultimo modello (256mb di disco fisso), su Subito.it ne ho trovati 4 di pochi mesi, perfetti in garanzia e con uno sconto di almeno 20% rispetto al nuovo.
E… niente IVA allo Stato.
E si, regalo oggetti usati. Non me ne vergogno affatto ed anzi motivo la mia scelta. E attenzione, non significa che “l’oggetto usato” non sia di valore. Tutt’altro. Sempre per stare nel campo degli esempi, uno degli oggetti del desiderio per natale 2013 potrebbe essere il classico telefonino ultimo grido, beh in rete si trovano già i rinomati Iphon5S oppure gli Lg G2 a prezzi scontati. Oppure Ipad Air o altri accrocchi di moda.
Nel bigliettino scriverei:
“Ti voglio bene e perciò ho scelto di regalarti qualcosa di valore, senza dividere con lo Stato.” Regali a parte, se ci pensate ci sono molte occasioni in cui si può soddisfare appieno i nostri bisogni senza consumare oggetti o servizi che generano entrate fiscali. Bisogna crederci e mettere questa satrtegia fra le armi della nostra Rivolta di Atlante.
Poi c’è un’altra questione , non so se è così anche per voi, ma personalmente affamare la bestia, soddisfa eccome un mio bisogono.
Lo stato può tassare il nostro consumo, ma non può costringerci a consumare beni tassabili. Fate al Meglio del Vostro Minimo anche come consumatori.
Fonte: RischioCalcolato

Nessun commento:

Posta un commento