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lunedì 10 giugno 2013

Pensioni, quali cambiamenti ci saranno?


Secondo un Rapporto dell’area attuariale dell’Inps, tra il 2012 e il 2021 la riforma Fornero fornirà 80 miliardi di di euro di risparmio rispetto alle normative precedenti tenendo conto dei costi delle salvaguardie, che insiste  «la spesa subisce una notevole contrazione che nel 2019 sarà di oltre un punto di Pil».
I risparmi si azzerreranno nel 2045.Comunque la riforma Fornero, nel bene e nel male, è sempre stata al centro di molte polemiche. Chi dice che è stata fatta di fretta, chi ritiene che sia ingiusta. Insomma una riforma che non è mai stata digerita. Il nuovo Governo vorrebbe rimetterci mano e ci sono alcune proposte  che vorrebbero presenare una sorta di “controriforma” dell'intero sistema pensionistico.
Enrico Giovannini, che ricopre l'incarico come nuovo Ministro del Lavoro,  apre a modifiche sulle pensioni e suggerisce di diminuire gli attuali requisiti per la pensione anticipata o accordare l'uscita in cambio del calcolo dell'assegno con il sistema totalmente contributivo, che in caso di un’uscita anticipata, procurerebbe penalizzazioni per il lavoratore.
Il ministro Giovannini ha comunicato che la riforma delle pensioni sarà ristrutturata rendendo più flessibile l'età di uscita dal lavoro con riduzioni però negli assegni finali.
D’altra parte un disegno di legge, depositato in Parlamento per opera dei ministri Damiano, Baretta, Gnecchi e Lenzi, lascerebbe intendere la possibilità di ritirarsi in pensione con 62 anni e 35 di contributi e una penalizzazione dell’8%.
In sostanza chi rientra in tali requisiti può chiedere la pensione anticipata con penalizzazioni, ma la proposta prevede anche incentivi per chi decide di rimanere di più del valore del +2% per ogni anno tra i 67 e i 70 anni di età fino a un massimo dell’8%.
In realtà, anche la riforma Fornero prevede la possibilità di andare in pensione prima con delle penalizzazioni, ma, secondo quanto comunicato dall’Inps. in tutto il 2012 solo 8.000 lavoratori hanno usufruito della pensione anticipata.
Il problema, infatti, delle norme vigenti è che per andare in pensione anticipata servono troppi anni di contributi, nel 2013 ne sono richiesti 42 anni e 5 mesi per gli uomini e 41 e 5 mesi per le donne e se con questo monte contributivo si hanno già 62 anni di età, allora l’uscita anticipata è senza penalizzazioni.
Ma nel caso in cui si decidesse di andare in pensione prima dei 62 anni senza aver maturato i contributi necessari scattano penalizzazioni pari all’1% della quota di pensione calcolata con il sistema retributivo per ogni anno di età mancante tra i 60 e i 62, al 2% per ogni anno di età mancante ai 60.

Fonte: ProfessioneFinanza

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