Gli esodati sono un problema assai spinoso che il nuovo
esecutivo ha ereditato dal precedente governo Monti. Ma il nuovo Governo starebbe studiando un nuovo meccanismo
di pensioni flessibili per permettere un turn over
generazionale tra anziani e giovani nel settore lavorativo, permettendo un
inserimento più rapido nel mercato del lavoro.
Questa in sostanza la direzione nella quale si vorrebbe
procedere modificare il sistema previdenziale come attualmente è
concepito, dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero all’inizio del 2013.
In particolare, il neo eletto ministro del Lavoro, Enrico
Giovannini, apre a modifiche sulle pensioni e suggerisce di diminuire gli
attuali requisiti per la pensione anticipata o accordare l'uscita in
cambio del calcolo dell'assegno con il sistema totalmente contributivo, che in
caso di un’uscita anticipata, procurerebbe penalizzazioni per il lavoratore.
Il nuovo Ministro avrebbe allo studio una modifica all’età
in cui entrare in pensione cioè con 35 anni di contributi e ad un età di 62
anni. Nonostante una penalizzazione economica che ne deriverebbe, in
questo modo il problema esodati si ridimensionerebbe.
Il sistema pensionistico più morbido così indicato
aiuterebbe anche il ricambio generazionale tra lavoratori anziani prossimi alla
pensione e giovani in cerca di occupazione stabile.
Anche in questo caso, però, come accade già ora, chi lascia
prima sarà soggetto a penalizzazione: andando, infatti, in pensione
prima dei 62 anni si perde l'1% della pensione per ogni anno di
anticipo e del 2% per ogni anno ulteriore rispetto ai primi due.
Ma l’obiettivo principale del ministro del Lavoro Giovannini
è quello di diminuire la disoccupazione giovanile di otto punti percentuali
portandola al 30% dai livelli record attuali. L’unica strada per ottenere
questo risultato, è quello di modificare il sistema delle pensioni.
Intanto come riporta Fisco e Tasse sono state chiarite le
modalità per le istanze.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con Circ.
5 giugno 2013, n. 19 ha spiegato le modalità operative per presentare
l’istanza per i lavoratori cd. salvaguardati. Infatti, precisa che le
istanze potranno essere trasmesse, dai lavoratori interessati o dai soggetti
abilitati (es. patronati ex legge n. 152/2001; consulenti del lavoro/dottori
commercialisti ex legge n. 12/1979), alle competenti Direzioni Territoriali del
Lavoro all'indirizzo di posta elettronica certificata delle medesime (es.:
DPL.Roma@maiIcert.lavoro.gov.it) o all'indirizzo di posta elettronica dedicato
(es.: DTLRm.salvaguardati@ilavoro.gov.it) o, in via alternativa, inviate
tramite Raccomandata A/R.
Inoltre, l’istanza di accesso ai benefici di cui all'art. 1,
comma 231, della L. n. 228/2012, dovrà contenere gli elementi identificativi
del richiedente (dati anagrafici, codice fiscale), gli elementi identificativi
dell'azienda presso la quale ha prestato l'ultimo servizio e l'esatta
individuazione della tipologia/fattispecie giuridica in base alla quale si
chiede l'accesso ai benefici medesimi. In ogni caso la domanda dovrà essere
corredata da copia di un documento di identità.
Fonte: ProfessioneFinanza
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