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venerdì 28 giugno 2013

Alla fine tutto si riduce a questo: chi dovrà pagare?

Nell'attuale dibattito che riguarda una possibile via d'uscita dell'Italia dalla sua mole insopportabile e ingestibile di debiti pubblici, sia espressi che nascosti tutto si riduce ad una singola domanda: Chi dovrà pagare? Mi spiego, supponiamo che....
1:- l'Italia decida o sia costretta a "ristrutturare" il proprio debito in questo caso pagherebbero: a) Principalmente i detentori del debito pubblico, banche, fondi pensione e cittadini detentori del debito. b) Gli azionisti, gli obbligazionisti e forse i correntisti delle banche italiane meno capitalizzate e più esposte al debito pubblico italiano, alcune di esse diverrebbero insolventi e in accordo con le decisioni di ieri dell'ecofin "non saranno più gli Stati a pagare i dissesti bancari... indovinate a chi tocca?"
2:- L'Italia decida di ristrutturare in maniera draconiana la propria Spesa Pubblica, venda il proprio patrimonio e utilizzi le risorse per un massiccio calo delle tasse allo scopo di stimolare la crescita, in questo caso pagherebbero: a) Tutti coloro che a vario titolo percepiscono denaro dallo Stato, sia sotto forma di stipendio che di pensione o rendita. b) Tutti coloro che utilizzano il patrimonio dello stato a costi nulli o irrisori. c) In una prima fase le società e i professionisti che operano solo sul mercato interno, inizialmente la riduzione di pensioni, rendite e stipendi pubblici deprimerebbe ancora il mercato interno.
3:. L'Italia esca dall'Euro
a) Tutti i cittadini italiani, banche e società in dipendenza del patrimonio, del reddito e del tipo di asset che possiedono. Tutti i debiti i crediti e le obbligazioni domestiche verrebbero ridenominate in NeoLire le quali si svaluterebbero immediatamente sull'Euro.
b) Tutti gli investitori stranieri che vantano crediti non garantiti da asset al di fuori del territorio italiano o da clausole molto forti a tutela del credito.
c) Gli azionisti, gli obbligazionisti delle banche italiane meno capitalizzate, lo choc finanziario richiederebbe certamente una nazionalizzazione con un probabile severo taglio del valore di azioni e obbligazioni emessi dall'istituto nazionalizzato. Quindi oltre ad una perdita in conto valuta si assommerebbe una forte perdita o un azzeramento del valore dell'asset anche denominato in neolire.
d) Con tutta probabilità i correntisti delle banche italiane a meno che lo Stato decida di non Confiscare gli euro nei conti correnti per sostituirli con Neo Lire. La storia e il buon senso suggerisce questa confisca avverrebbe anche perchè l'Italia per superare la fase acuta della crisi post-uscita dalla moneta unica avrebbe bisogno di valuta forte nei suoi forzieri. (Questo è il vero motivo per cui l'Argentina convertì i depositi in dollari dei suoi cittadini in Pesos).
4: L'Italia non faccia nulla e si avvii ad un declino Greco Pagherebbero tutti con l'eccezione di una piccola parte di classe dirigente che, esattamente come in Grecia continuerebbe a sopravvivere mantenendo intatti i propri privilegi, ovviamente fino a quando sarà possibile. Cioè fino quando ci sarà un Italiano (o Greco) da spolpare o fino a quando a parlare saranno le armi da fuoco (il che in Italia è improbabile per questioni squisitamente demografiche). Voi quale mix preferireste?
Fonte: RischioCalcolato

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