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domenica 7 aprile 2013

Pensioni a rischio, bilancio Inps profondo rosso

Dallo scorso anno è stata attuata la fusione tra i due principali istituti pensionistici. O meglio l'Inpdap è confluito nell'attuale Inps. Molti sono i problemi che restano sul tavolo, primo tra tutti il grosso buco nel bilancio dell'Istituto di Previdenza Sociale.
Quindi se nei prossimi anni tutte le persone aventi i requisiti dovessero effettivamente andare in pensione, l'Inps, potrebbe non riuscire a onorare gli impegni. Naturalmente siamo nel campo delle ipotesi e la speranza che la situazione cambi radicalmente a favore degli aventi diritto, è perlomeno auspicabile. Tuttavia se le previsioni rimanessero tali allo stato attuale, l'Inps sprofonderebbe in modo risolutivo nel giro di qualche anno appena. Già a fine 2013, infatti, il bilancio complessivo dell'Inps è atteso a poco oltre 15 miliardi, dai 41 di fine 2011. Questo porta alla nascita di un'ulteriore questione cioè il fatto che così tante persone non possano lasciare il posto di lavoro provoca anche l'assoluta assenza di turnover, e dunque pochissimo accesso dei giovani al mondo del lavoro che già penalizzati dalle riforme Fornero sul lavoro, tra contratti da fame al mese e senza alcuna possibilità di accedere a un posto di lavoro dignitoso, non saranno in grado di versare contributi in quantità bastante a pagare le pensioni di chi in pensione ci sta andando. Una siffatta condizione anticipa il probabile collasso dell'Inps e la possibilità che le pensioni non potranno essere più erogate a breve. L'Inps, di fatto, è al collasso e i motivi sono essenzialmente due: il primo motivo è relativo alla fusione recente di Inpdap e Inps, cioè il fatto che il sistema pensionistico del settore pubblico sia stato fatto confluire all'interno di quello del settore privato (operazione datata appunto 2012). , Questo fusione ha portato al sistema pensionistico del settore privato oltre 10 miliardi di rosso, contribuendo ad affossare ancora di più le riserve originarie dell'Inps conteggiate a fine 2011. Il secondo motivo è un buco di 30 miliardi: le pubbliche amministrazioni, da tempo e in modo diffuso, non stanno pagando del tutto i contributi pensionistici dovuti dei propri dipendenti. Si tratta di una somma stimata in circa 30 miliardi, che grava ovviamente sul bilancio già fortemente compromesso dello Stato ma che non è ancora stato messo agli atti, visto che proprio mediante la fusione con l'Inps è stato, per il momento, occultato.
Fonte: ProfessioneFinanza

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