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sabato 23 marzo 2013

Mutuo Casa, dove costa meno

Secondo quanto affermano Adusbef e da Federconsumatori, sulla base di dati e statistiche pubblicate dalla BCE e da Bankitalia, in Italia i mutui e i prestiti sarebbero sempre più costosi.
In pratica lo spread utilizzato dalle banche italiane ai tassi di riferimento porta il costo del denaro nel nostro Paese ben oltre la media rispetto al resto d'Europa. Ma quanti interessi paghiamo in più, rispetto ai nostri "colleghi" continentali? Secondo le associazioni di difesa dei consumatori, sulla rata mensile si arriva a differenze di €70 per i mutui e di 23 per i prestiti. Pertanto, nell'ipotesi di un mutuo trentennale di € 100.000, a fine periodo l'utente italiano paga oltre 24.000 € in più rispetto a quello degli altri Paesi euro. In maniera più diffusa, il quotidiano La Repubblica ricordava pochi giorni fa che "stando agli ultimi dati della Banca centrale europea e della Banca d'Italia, i pochi fortunati che riescono a ottenere un mutuo trentennale di 100.000 € pagano mediamente una rata mensile di 515 € (tasso del 4,64%), contro i 446 € (tasso del 3,45%) di un francese, di un tedesco o di un qualsiasi altro cittadino dell'area euro. Calcolatrice alla mano, si tratta di 69 € in più ogni mese e di 828 € l'anno. Che in trent'anni diventano 24.840 €, quasi un quarto dell'intera somma erogata". , Di fatti, tra quanto applicato nell'area euro e quanto imposto in Italia vi sarebbe uno spread di 1,19 punti percentuali, contro gli 0,66 punti percentuali di un anno fa. Il tutto, nonostante la base di partenza sia la stessa: Euribor o tasso BCE per i mutui a tasso variabile, Eurirs per i mutui a tasso fisso. E allora? "Gli istituti finanziari italiani approfittano dei tassi bassi, ai minimi storici, per applicare spread altissimi, guadagnando così cifre esorbitanti sui mutui, come sui prestiti" - spiega Elio Lannutti di Adusbef - "Arrivano ad applicare ai mutui a tasso variabili spread dal 2,7 al 4,50%, per i fissi si arriva anche al 5%. Aggiungendoci i tassi Euribor o Eurirs, ecco che si raggiungono picchi del 4,50 per i variabili e del 6,8 per i fissi. Che si traduce in un vero e proprio salasso per i consumatori
Fonte: Professione Finanza

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