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lunedì 18 marzo 2013

Comparto bancario, ancora elevate le sofferenze nei bilanci 2012

In America gli istituti finanziari hanno registrato profitti a livelli quasi pre crisi evidenziati da numeri da record: infatti nel corso del 2012 gli utili sono saliti in media del 19,3% a 141,3 miliardi di dollari. Il boom del registrato nel 2006 è a portata di mano e potrebbe essere battuto già quest'anno, considerando il trend degli utili in crescita. E in Italia?
La stagione dei bilanci per gli istituti di credito italiani si è aperta il 12 marzo con Intesa Sanpaolo. Al 30 settembre 2012 gli utili delle prime 10 banche italiane erano cresciuti complessivamente a 2 miliardi. Nello stesso periodo del 2011, invece, le banche italiane avevano registrato un passivo di quasi 6 miliardi. Le previsioni per il sistema bancario sono comunque preoccupanti. Il ritorno all'utile nei primi nove mesi del 2012 è stato favorito quasi del tutto dal trading sui titoli di stato, grazie al carry trade sulla liquidità presa in prestito dalla Bce e reinvestita sui Btp ad alto rendimento. Oggi il peso crescente delle sofferenze potrebbe mettere ko il bilancio dell'intero sistema. Secondo la Centrale Rischi, i crediti deteriorati nel portafoglio delle banche sono aumentati alla cifra record di 228,42 miliardi di euro. Considerando i primi otto istituti di credito italiani, al 30 settembre scorso le sofferenze erano pari a 108 miliardi. A questi bisogna aggiungere altri 55 miliardi di incagli, prestiti ristrutturati per 19 miliardi e altri scaduti per 16 miliardi (ormai irrecuperabili). Complessivamente arriviamo a 198 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto a dodici mesi prima quando si era fermi a 172 miliardi di euro. Unicredit è la banca che ha il maggior livello di sofferenze in bilancio. Al 30 settembre scorso erano pari a 80,4 miliardi di euro (+12,3% su base annua). , Tuttavia, è l'intero sistema banca-impresa ad essere ormai in avvitamento: le aziende non riescono più a onorare i loro impegni, a causa delle elevate tasse e per la debolezza della domanda interna; le banche, per evitare nuovi prestiti inesigibili, chiudono i rubinetti del credito e deprimono il ciclo economico. Come venirne fuori? Al momento le uniche soluzioni allo studio sono la costituzione di una bad bank e il ritorno alle cartolarizzazioni.

Fonte: Professione Finanza

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